Approfondimento - Glenn Murcutt


Glenn Murcutt

Ricerca online e Testo ‘Glenn Murcutt, tutte le opere’ di François Fromonot

 


< In circa trent’anni di una carriera fuori dalle norme, ha costruito nella sua Australia non meno di 500 case. In apparenza modeste, severe, eleganti, ma sempre personalissime, queste macchine per abitare il paesaggio sono oggi riconosciuto ovunque come modelli di architettura ecologica. L'ostinazione dell'architetto a lavorare da solo malgrado il fatto che ogni nuovo cliente sia costretto ad anni di attesa, essendo uno studio, il suo, costituito da un semplice tavolo disegno e il suo rifiuto di costruire altrove che nel suo paese di origine mentre le offerte piovono dal mondo intero, sono spesso presi per delle stravaganze. (…) >. François Fromonot

Glenn Murcutt nasce a Londra nel 1936 da genitori australiani, cresce in Nuova Guinea e si forma come architetto all'Università del Nuovo Galles del Sud di Sidney. Viaggia molto e fonda il suo studio nel 1969, scegliendo di dedicarsi principalmente a realizzazioni di piccola scala, in maniera indipendente, e avviare al massimo qualche collaborazione. Il suo lavoro, sempre rispettoso e sensibile, gli è valso la medaglia Alvar Aalto nel 1992 e, dieci anni dopo, il premio Pritzker, che lo rende il primo architetto australiano ad aver ricevuto tale riconoscimento. 

Il suo metodo.

In tutti i suoi progetti i disegni esecutivi sono meticolosi e sintetici. Il disegno, che permette di concepire un edificio secondo una logica di cantiere deve rendere chiaro tutto ciò che è complesso ed evitare ciò che non è stato dovutamente pensato. Il carattere pedagogico delle sue prospettive, che simulano in modo semplice per i committenti la loro presenza nel futuro spazio, testimoniano del ruolo puramente strumentale che affida al disegno: non ha mai considerato il disegno come pretesto per fare un'opera, un atteggiamento da costruttore che ricorda quello di Renzo piano, suo coetaneo e amico. La filosofia di Murcutt è quindi contenuta nel suo metodo: l'essenziale di ogni casa è contenuto su tre o quattro fogli di formato A2 o A1, talvolta ancora meno: il primo iscrive con precisione la costruzione nel contesto (caratteristiche del sito elementi climatici elementi del paesaggio a cui cantiere non deve recare danno e che la costruzione deve rispettare), nel secondo e nel terzo illustra le sezioni e le facciate a cui seguiranno poi gli altri fogli più dettagliati. tutte le tavole sono corredate da inserti scritti a mano e commenti.

 


Il suo percorso.

La sua carriera si è svolta senza troppi intoppi, con un'evoluzione quasi biologica scandita da tranquille mutazioni. All'inizio -1969- il suo linguaggio è riconducibile a un modernismo franco e netto, ispirato da Mies, cui sono testimoni i suoi primi progetti. Successivamente intorno al 1970 questo riferimento si colora di forme e logiche costruttive tradizionali dell'Australia: ad esempio possiamo ricordare la Casa Marie Short a Kempsey, dove la Casa Farnsworth incontro la logica del woolshed, il capannone destinato a conservare la lana dell'outback. In un periodo ancora successivo egli scopre profonde affinità con la cultura degli aborigeni, con i loro rifugi temporanei i fatti di corteccia d'albero e la conoscenza millenaria del territorio dell'isola continente: come esempio di questa fase abbiamo una serie di padiglioni metallici, che andranno via via ad assumere un linguaggio più complesso e più libero: il centro d'arte di Riversdale né in un certo senso il capolavoro esplicativo.

Tradizionale 'australian woodshed'

Mies, il maestro.

Dopo aver vissuto per tre anni in Europa, Murcutt, si avvicina molto al vocabolario di Mies, E ciò si nota dai primi progetti per la ristrutturazione della sua casa, della casa della madre e del fratello: egli difende la semplicità, la chiarezza le fluidità della pianta spiega l'importanza del processo di decantazione che permette di ottenere un risultato privo di scorie e rivendica contro celebre aforisma di Mies: <la forma non è il fine del nostro lavoro, ma il risultato>. Il ricordo della casa Farnsworth si fa più chiaro nella casa Marie Short, nel 1975, dove ritroviamo due superfici orizzontali, contigue e sfalsate, rialzate su pilotis, sospese a dei punti di sostegno applicati, la strutturazione dei piani attraverso i nuclei compatti dei servizi (…). Mi ricordo Mies diluisce nelle azioni successive, anche se i principi ereditati continuano a pervadere l'estetica discreta e precisa. Egli dice: <<Mies continua sempre ad essere tenere, quasi inconsapevolmente la mia coscienza. Ogni progetto comincia in una confusione incredibile, ed è continuando a lavorare che arriva a questa essenzialità, a questa semplicità>>.


 

Nel progetto di Casa Marie Short appaiono contemporaneamente tre dispositivi che saranno la sua firma per anni: la facciata che respira in tripla pelle (persiane industriali, rete antinsetto e veneziane a lamelle), il tetto di lamiera ondulata e doccioni per l'acqua piovana a forma di colonne. La lamiera ondulata è diventato materiale costante di Murcutt, per motivi quali la flessibilità, la resistenza, l'adattabilità, l'economicità: i fogli sono facili da trasportare costituiscono un'ottima protezione.

 

Casa Marie Short, Kempsey (1975-80)

Il passo successivo che compie la sua dialettica è soprattutto dovuto alla sua ispirazione per la tradizione australiana a livello formale e concettuale e con un interesse più marcato per le questioni relative al suo clima. Infatti, egli è molto attento alle questioni e al tema ambientale e rifiuta in sistemi ingegneristici per risolvere questioni come quelle dell'isolamento termico.

Il woolshed diviene uno dei paradigmi della sua architettura: nonostante la forma generica, l'organizzazione del suo spazio interno, diviso in stalli, riflette quella del tipo di lavoro che accoglie; la sua altezza appena sufficiente perché l'aria calda possa risalire e raffreddarsi all'interno per convenzione, la pendenza del tetto è calcolata in modo da favorire lo scorrere della condensazione sul sottotetto senza ricadere all'interno, il pavimento sopraelevato preserva la costruzione dall'umidità del terreno e permette di ventilare il pavimento all'esterno, creando anche un riparo per il bestiame. Queste costruzioni sono inoltre illuminate e ventilate passivamente grandi grazie dispositivi inerenti al loro modo di costruzione.

L'architettura vernacolare, invece, per Murcutt, non è una tradizione da copiare, ma la manifestazione in atto di una forma di sapere acquisito che deve essere conservata e rinnovata: queste case devono permettere ai loro occupanti di godere del paesaggio di comprendere la natura e di comunicare con essa.

 

Rinascita aborigena.

Dalla fine degli anni 60 riemerge anche la cultura dei primi occupanti del continente australiano: gli aborigeni. Egli approfondisce e studia l'arte parietale millenaria che viene a sapere di un motto che egli riprenderà spesso: 'questa terra va toccata delicatamente'.  In occasione di un progetto per un centro di disintossicazione destinato agli aborigeni, egli prende coscienza del bisogno fondamentale di contatto fisico e visivo con il mondo esterno per i pazienti e le loro famiglie.

Natura e paesaggio.

Bisogna ricordare sicuramente la passione dell'architetto per il mondo naturale e il paesaggio australiano: l'architettura non deve opporsi alla natura, togliere a chi la abita il piacere di godere dell'ambiente naturale, ma al contrario rivelarlo e permettere di viverci.  Inoltre, l'acqua, l'aria e la luce, fondamenti della vita organica, non sono soltanto necessari per la sopravvivenza, si tratta anche di renderli visibili, leggibili, quasi palpabili, e di affermare la loro presenza iscrivendolo nella materia stessa della costruzione. Le costruzioni devono rispettare la traiettoria dei venti e la sola ventilazione deve prevedere a ventilare e rinfrescare l'abitazione: l'aria rende percettibile per gli abitanti della casa il respiro dell'edificio.

L'architetto ha spesso dichiarato che la sua architettura intendeva offrire la sua interpretazione del paesaggio in forma costruita: fare con la natura ma anche fare come la natura, non imitando forme naturali ma adattandone la logica che se ne è dedotta grazie all'osservazione.

 

GALLERIA PROGETTI


Casa Laurie Short, Terrey Hills, Sidney, 1972-74






Casa Marie Short, Kempsey 1975-80






Casa Ockens, Cromer, Sidney, 1977-78






Casa Nicholas e Casa Carruthers, Mount Irvine, 1977/80-2001






Casa Magney, Bingi Point, 1982-99







Centro d'informazione 'Bowali', Parco Nazionale di Kakadu 1992-94


Il profilo dell'intradosso in compensato della veranda intende rievocare quello delle grotte del parco e la sensazione di protezione che si prova sotto le scarpate, nell'immensità del paesaggio. Lo schermo inoltre filtra  i raggi del solo continuando però a far circolare l'aria.



Veduta della rampa di arrivo che da inizio ad un percorso ''senza inizio ne fine'' nell'edificio, che guida il visitatore sotto la veranda.



Veduta della facciata sud-ovest dello spazio dedicato alle esposizioni.



















 

 

 

 

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